Terapia del dolore

Si definisce come una sgradevole esperienza sensoriale ed emotiva, associata a un effettivo o potenziale danno tissutale. 

Può essere pertanto il campanello d’allarme di una condizione patologica sottostante; in alcuni casi può protrarsi nel tempo e, oltre i 3 mesi, si definisce cronico, divenendo una vera e propria malattia. 

Come dimostrano gli studi, il dolore cronico sfocia spesso in disturbi comportamentali a spettro depressivo, invalidità o disabilità con perdita della capacità lavorativa e conseguente discomfort individuale, familiare e sociale.

Circa 15 milioni di Italiani soffrono di dolore cronico non oncologico. Le più comuni condizioni sono le seguenti:

• Mal di schiena
• Affezioni dolorose articolari
• Emicranie e cefalee
• Cervicalgia/cervicobrachialgia
• Sindromi dolorose miofasciali
• Dolore neuropatico
• Fibromialgia
• Herpes zoster e nevralgia post-erpetica
• Nevralgia del trigemino
• Dolore post-chirurgico
• Dolore post-traumatico

Il livello di dolore che ognuno di noi prova è soggettivo e non valutabile da nessun altro.

È il paziente stesso che deve esprimerne le caratteristiche:

• Andamento temporale
• Territorio di distribuzione
• Condizioni scatenanti
• Tipologia di dolore
• Intensità 

Il clinico ha gli strumenti per interpretare questi elementi così da poter giungere a una diagnosi.

Rivolgiti sempre a professionisti esperti nella terapia del dolore che effettueranno una valutazione approfondita e multidisciplinare della sintomatologia, prospettandoti il percorso diagnostico-terapeutico più appropriato alla tua condizione dolorosa. 

Le strategie da mettere in campo sono molteplici e includono la terapia farmacologica, la terapia infiltrativa (minore e maggiore), la terapia riabilitativa ed il supporto psicologico-nutrizionale.